11.5.11

Uguaglianza e crescita

Nella permanente campagna elettorale vissuta dagli italiani, una delle accuse che ogni tanto vengono mosse da destra verso sinistra è quella dell'egualitarismo, che aspirando a rendere tutti uguali, appiattirebbe la società, privandola delle spinte competititive motrici di progresso.

Visti i percorsi presi dalla storia penso che davvero le proabilità dell'avvento di società egualitare siano modeste, e chi le teme lo fa sopratutto per uso propagandistico, e tuttavia sarebbe utile cogliere l'occasione per mantenere invece bene l'attenzione sulle diseguaglianze, queste si ben presenti in ogni aspetto della nostra vita, e vedere se percaso vale l'assunto opposto, cioè che maggiori diseguaglianze siano motore di sviluppo.

E' un filone di ricerca su cui si sono esercitati in molti in questi ultimi anni, perché nonostante i suoi limiti, la ricerca economica può dire molto di quello che accade nella società.

Certo come acutamente ricordava in un suo celebre discorso Robert Kennedy, "il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi."

E tuttavia da qualche tempo è sempre più evidente come ci sia un legame fra salute, felicità ed indicatori macroeconomici che misurano la distribuzione della ricchezza in un paese. Ne ho già parlato qui.

Qualche settimana fa è uscita un'altra pubblicazione, questa volta da uno dei templi del capitalismo mondiale, il fondo monetario internazionale, che analizzando crescita e diseguaglianze in diverse aree del mondo, giunge alla conclusione che mentre le diseguaglianze non sono direttamente correlate alla possibilità che ci sia sviluppo, laddove queste siano maggiori lo sviluppo è meno prolungato nel tempo.

Al contrario nei paesi dove le diseguaglianze sono minori o si attenuano si hanno tassi di crescita più prolungati.

Un'altro buon motivo per chiedere ancora una volta maggiore eguaglianza e maggiori diritti per tutti.

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