3.10.13

I nomi degli altri - Robel

Tutte le volte che la cronaca dell'emigrazione parla di vittime e lo fa solo con i numeri come oggi, o l'altro ieri  o qualche giorno fa vorrei saper parlare di loro, dei loro volti, dei loro  nomi, della loro vite.

 Non so se ho mai incontrato Robel, è assai possibile che fosse uno dei tanti ragazzi che affollavano la domenica il corso di Asmara.

Forse ho anche scambiato due parole con lui in qualche festa a casa di amici. 

O magari al tempo era a Sawa, la scuola costruita nel mezzo del nulla dove le nuove generazioni eritree venivano mandate a fare l'ultimo anno di superiori ed ad apprendere i rudimenti dell'addestramento militare.

O forse l'ho incrociato a qualche posto di blocco sulla via di Massawa.

Non lo so.

So che sono passati 5 anni da quando ho lasciato l'Eritrea, e so che due giorni fa sulla pagina facebook di un amico di Asmara appare un link ad una foto su un profilo facebook ed un messaggio di condoglianze alla famiglia.

Il profilo di Robel è quello di un giovane come tanti altri, con le immagini più o meno classiche e più meno sfuocate di famiglia ed amici; e poi qualche altra foto, ed un commento "Khartoum", uno delle città di transito della migrazione africana. 

Oggi il mio amico sulla sua pagina aggiunge "Robel è morto un paio di giorni fa in mare".



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