16.6.11

Soweto 16 Giugno 1976


Questa mattina pensavo a Lungi che lavorava con me nel progetto che ho seguito in Sudafrica dal 1993 al 2000.

Lungi aveva preso parte alle manifestazioni che videro il 16 giugno del 1976 ventimila studenti protestare contro il governo segregazionista sudafricano, e mi raccontò come nei mesi successivi a quel 16 giugno, per evitare di essere arrestato, avesse passato gran parte delle notti fuori casa.

Mi raccontò di come poi, ad appena 19 anni fosse fuggito all'estero assieme a molti suoi coetanei, per passare i 14 anni successivi da esiliato in giro per il mondo.

Il suo passaporto aveva visti di una dozzina di paesi diversi, sua madre avrebbe avuto sue notizie solo mesi dopo la liberazione di Mandela,quando l'ANC e le altre organizzazioni fino ad allora al bando furono autorizzate ad operare legalmente, e lo avrebbe rivisto solo nel 1991, quando i militanti dell'ANC all'estero rientrarono dall'esilio.

Molti però non tornarono mai, morti nei campi di battaglia dell'Angola o della Namibia, quei campi dove si erano combattute le guerre del bush, con cui il Sudafrica tentava di contrastare i movimenti antiapartheid, o morti di malaria, o degli stenti della vita da esiliati, morti come Mbuyisa Makhubo, il giovane che nella foto che fece il giro del mondo trasportava Hector Pieterson, la prima vittima della rivolta di Soweto. Mbuyisa di cui la famiglia perse le traccie poco dopo che fu costretto a lasciare il paese, come Lungi e come molti altri.

Nel 1997 con Lungi realizzammo un documentario radiofonico su June sixteen, come lo chiamano in Sudafrica. Intervistammo la famiglia di Mbuyisa, di Hector, e di molte altre vittime dell'apartheid. E Mano a mano che Lunge rintracciava le persone da intervistare, ci rendevamo sempre più conto che non stavamo ascoltando solo la storia di un paese, come a volte si trova scritta nei libri, ma stavamo registrando la storia scritta sulla pelle di Lungi e della sua generazione che quel 16 Giugno, ancora adolescenti, decisero di ribellarsi all'ingiustizia.

Recentemente mi è capitato di risentirlo: fa il giornalista e mi ha fatto piacere sapere che non ha perso la voglia di raccontare le storie del suo Sudafrica.

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