11.7.09

Vertice G8 dell'Aquila, "un successo!"

Anche io credo che il vertice dell'Aquila sia stato un successo, che lo spostamento del vertice si sia dimostata una buona idea, ma non per i motivi esposti dal governo italiano.

Il G8 dell'Aquila ha mostrato in modo evidente come il soggetto sia arrivato alla sua fase terminale.

Davanti alle macerie dell'Aquila, alcune ancora nella stessa posizione in cui erano state lasciate dal terremoto, appariva ancora maggiore il contrasto fra lo spiegamento di forze, costi resi necessari per portare i cosiddetti "grandi della terra" ad incontrarsi per tre giorni ed i risultati effettivi troppo modesti raffrontati ai costi, e risultati politici ancora più modesti se raffrontati alla storia di questo tipo di riunioni.

Perchè se alla fine del vertice non si capisce se i riferimenti del documento finale ai fondi per l'Africa parlino di finanziamenti aggiuntivi, oppure di mantenimento di impegni disattesi nel passato, significa che gli estensori del documento finale sono stati assai abile a dissimulare la realtà effettiva: che i "grandi della terra" sono usi a prendersi impegni che non mantengono.

Qualcuno ha detto che le promesse del G8 all'Africa assomigliano molto al reimpacchettamento di un regalo già promesso nel passato e mai consegnato.

Ma anche gli altri grandi obiettivi del G8 non sono stati raggiunti. Perchè semplicemente fuori dalla portata del gruppo. Tralascio di parlare delle proposte legate agli aspetti finanziari, degne di per se di una nota. Ma significativo è notare come "l'intesa" sulle questioni del riscaldamento globale è solo la conferma che nell'appuntamento dell'ONU di Copenhagen ci sarà da lavorare parecchio per trovare come finanziare la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nei paesi di recente sviluppo.

Il fatto che la Cina, non solo per se ma anche in nome di una quanitità di paesi in via di sviluppo, abbia riconosciuto la necessità di affrontare l'effetto serra, ma non abbia sottoscritto impegni per il suo contrasto, la dice lunga su quanto occorra fare perchè un tema vitale per il pianeta sia affrontato.

Il fatto è che se diverse sono le responsabilità rispetto al degrado dell'ambiente, è bene che anche gli impegni siano ripartiti in maniera differenziata, tenendo conto di possibilità, teconologie disponibili e c.

Il problema è che una parte dei paesi sviluppati hanno al momento già difficoltà ad accettare di prendersi impegni in casa loro e pertanto riesce difficile vederli aiutare e finanziare i paese in via di sviluppo nell'individuazione di teconologie pulite.

Il comunicato finale sull'ambiente, salutato come un successo, lo è effettivamente perchè mette per la prima volta nero su bianco l'adesione degli Stati Uniti, confermando quella che era la posizione della amministrazione di Barak Obama sin dal suo insediamento, e sopratutto perchè porta la firma di Berlusconi, che invece si è contraddistinto per aver cercato sempre di frenare rispetto agli impegni sottoscritti dall'Italia nei vari protocolli in materia ambientale.

Peccato però che Obama debba ottenere ancora l'approvazione del senato alle sue politiche ambientali, e peccato che nei giorni del vertice del G8 il parlamento italiano ha approvato provvedimenti che puntando nuovamente sul nucleare, sposano un modello energetico che potrà iniziare a contribuire all'abbattimento dei gas serra solo fra una decina di anni (se tutto va bene), questo ovviamente senza prendere in considerazione tutte le obiezioni, e ce ne sono tante, sulla tecnologia nucleare per se.

In questo quadro era lecito aspettarsi che da parte del G8 non ci fosse una risposta entusiastica alla domanda "chi paga per contrastare l'effetto serra nei paesi in via di sviluppo", difficile però sostenere che dal G8 sia arrivata "la risposta" ai temi dell'ambiente.

La realtà è che il G8, come detto sopra, è obsoleto come meccanismo di facilitazione del governo delle complessità contemporanee. La ricerca di nuovi meccanismi è aperta da tempo. Il sospetto è che sarà lunga, perchè fortunatamente sono entrati in campo nuovi soggetti, nuove domande e nuove necessità che non sono più risolvibili raccogliendo attorno al tavolo volta volta i paesi ricchi (perchè non sono più quelli di una volta...) o quelli con deterente nucleare (anche quello pieno di nuovi arrivati o di aspiranti tali), o quelli che rappresentano le potenze regionali. Un meccanismo obsoleto, poco efficace e piuttosto costoso, anche fra le macerie.

Lo ha confermato il G8 dell'Aquila e questo è un successo.

No comments:

Post a Comment