11.12.11

il mercato ed i marciapiedi

Quando pensate che sarà superato il mercato?” fu la domanda che si sentirono porre da Lucio Magri I dirigenti del partito comunista iugoslavo nel corso di un incontro con una delegazione del PCI italiano.

Lo racconta Bruno Ugolini in un articolo uscito nei giorni successivi alla scomparsa di Lucio Magri, suicidatosi in Svizzera pochi giorni fa.

Sono passati molti anni da quella domanda, ed oltre a Lucio Magri sono passati anche i partiti comunisti protagonisti di quegli incontri. Ed è passata anche la Iugoslavia, esplodendo e dando il via alle ultime sanguinose guerre europee del XXesimo secolo.

Negli stessi giorni in cui Magri usciva di scena, un articolista del New York Times visitava la Tripoli del dopo Gheddafi e nel suo articolo sottolineava l'animazione caotica dei marciapiedi della città, diventati dei mercati dove si vendeva di tutto, dopo i decenni in cui la rivoluzione verde aveva regolamentato in modo ferreo ogni singolo aspetto della vita quotidiana.

Pare proprio che “il mercato” sia insuperabile: ne ho conferma dal mio punto di osservazione attuale, in un'altro paese ex comunista, l'Albania: i marciapiedi di Tirana sono un brulicare di attività, da venditori di telefonini di dubbia provenienza a contadini che cercano di vendere I loro prodotti. Da cambiavalute a pesciaioli, al venditore di tacchini della foto qua sopra,  tutti a cercare di vendere qualche cosa. Ed ogni fondo di Tirana si è trasformato in un negozio, dal più “upmarket” alla baracca che vende sigarette.

E quante analogie con i marciapiedi e le strade di tanta parte del mondo. A Tripoli come a Johannesburg, a Bankok come a Nairobi.

Un mio amico sudafricano qualche giorno fa mi diceva che il capitalismo è fallito e che è di nuovo il tempo di dare fiducia al socialismo. Gli ho detto che era molto ottimista, e che comunque se è lecito sperare di superare il capitalismo nella sua forma attuale, per il mercato la vedo assai più dura.

Perché se il capitalismo come lo conosciamo è recente, l'intermediazione ha radici assai più profonde e lontane, e le speranze di Magri, e di tanti altri, sono probabilmente destinate a restare disattese.

Già mettere ordine al marciapiede perché nessuno ci inciampi pare essere un obbiettivo assai ambizioso.

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