16.2.11

Africa 2.0

"Bongokuhle Miya ha scritto sul profilo Facebook della presidenza, che la sua città è in condizioni disastrose, con tubature rotte dappertutto, un sistema fognario inesistente e animali domestici liberamente a spasso per il paese".

e poi ancora "Portia Busisiwe Mrwetyana, parlando di diseguaglianze nella sua città dove sorge una bidonville priva di servizi, proprio accanto ad un quartiere dotato di tutto scrive sulla nostra pagina Facebook: - Perché ci trattate diversamente quando il nostro voto ha lo stesso valore, perché?".

Se non fosse per un particolare questi due passaggi non ci raccontano niente di nuovo. E' la classica descrizione di due situazioni in un paese chiaramente alle prese con le diseguaglianze proprie dello sviluppo, quelle diseguaglianze che lasciano indietro le zone economicamente meno interessanti di un paese, come nel caso delle lamentele di Bongokhule, o le grandi o piccole aree di povertà urbana, come quella descritta da Portia all'interno di quelle città che invece usufruiscono di ottimi servizi.

Sono le lamentele di chi è rimasto indietro, di chi chiede che al principio democratico che riconosce che per ogni testa ci sia un voto, corrisponda anche una effettiva eguaglianza nei diritti di cittadinanza.

E anche le immagini che vengono evocate sono immagini ben note e caratteristiche di molti paesi in via di sviluppo, di animali per strada e bidonville accanto a quartieri residenziali.

Ma c'è un particolare nuovo: queste lamentele non sono riportate in interviste raccolte da qualche ONG o gruppo missionario che lavora fra gli ultimi, ne sono il frutto di segnalazioni di qualche agenzia governativa, sono invece tratte dai commenti postati sul sito facebook ufficiale della presidenza della repubblica del Sudafrica e riportate nel discorso sullo stato del paese pronunciato pochi giorni fa dal presidente sudafricano.

La novità, anzi le novità, sono che qualcuno dello staff della presidenza della repubblica del Sudafrica si legge i commenti sul profilo facebook, tanto da utilizzarli anche come materiale per la formulazione del discorso. Insomma il canale è un canale effettivo. La seconda novità è che l'uso dello strumento è talmente esteso da far si che anche una donna che vive in una Bidonville sia riuscita a trovare il modo di connettersi ed inviare un commento al presidente,

La cosa non deve sorprendere: è assai probabile che i due interlocutori di Zuma non abbiano un computer e non abbiano nemmeno il telefono fisso a casa, ma è assai possibile che nelle vicinanza di casa ci sia un internet café. O che loro o qualcuno del loro gruppo abbia un telefono di ultima generazione con cui è stato possibile scrivere sulla bacheca del Presidente.

Ed è la quantità di internet café presenti fino alle zone più povere, così come la diffusione straordinaria della telefonia mobile a cambiare molte cose del panorama contemporaneo africano. E le mobilitazioni di queste settimane nel nord Africa l'hanno sottolineato in modo evidente.

Fino a qualche anno fa capitava di sentire qualche uomo politico in Italia che commentava gravemente "Ci sono più telefoni a New York che in tutta l'Africa", oggi non solo non è più vero, ma ci sono anche molti che usano quei telefoni per avvisare il loro presidente che è il caso di darsi da fare.

No comments:

Post a Comment