15.3.11

Il dirigibile giapponese


Negli anni trenta una delle più promettenti e comode tecnologie di trasporto aereonautico fu abbandonata in seguito ad un disastro che fece molte vittime, anche se  sicuramente quel 6 maggio del 1937, quando bruciò il LZ 129 Hidemburg, c'era qualche statistica disponibile a dimostrare la letalità maggiore di qualche altra teconologia.

Ma non si parlò più di dirigibili perché l'insieme degli elementi caratterizzanti quella tecnologia al momento, non riuscivano a dare garanzie di sicurezza sufficenti ai suoi utenti.
Non si parlò più di dirigibili perché i costi conseguenti alle necessità di maggiore sicurezza provocate da quell'incidente ne riducevano i vantaggi.

Non si parlò più di dirigibili perché la tecnologia alternativa, l'aereoplano, stava facendo progressi enormi, e di li a poco, grazie anche ahimé alla guerra, avrebbe soppiantato alla grande il dirigibile.

Tutto questo per dire che non si tratta di emozione, ma di prevedere che dopo il disastro in una delle centrali probabilmente meglio costruite al mondo si verificheranno le seguenti condizioni:

  • Gli abitanti delle località dove sono situate le centrali avranno molte più perplessità del passato, e gli abitanti delle località dove sono previsti i nuovi siti anche, e questo è un costo politico.
  • I costi di realizzazione saranno presumiblmente crescenti, perché è intuibile che l'Agenzia per l'energia nucleare rivedrà le sue tabelle relative ai rischi con nuove prescrizioni, perché l'unica cosa certa è che le conseguenze di quella modestissima aleatorietà trascurata possono essere gravissime.  
  • I costi di gestione cresceranno pure, mi immagino ad esempio che le compagnie assicurative rialzeranno i loro coefficenti di rischio.  
  • I costi di gestione del ciclo completo (da costruzione a decomissioning a smaltimento delle scorie) cresceranno, perché è inevitabile che maggiori saranno le garanzie chieste dai cittadini.

Le teconlogie alternative, come nell'esempio dell'aereo di cui sopra, potrebbero su quest'onda trovare qualche ulteriore impulso. 

Rispetto le posizioni di chi sostiene che sia possibile conciliare sicurezza e atomo, perché potrebbe essere vero, penso tuttavia che nella storia il possibile si è sempre scontrato con un'altra domanda:"ma considerate tutte le variabili, conviene?".

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