26.3.11

e la costa d'Avorio?

Francesca mi chiede: "ma in questi giorni in cui si discute della Libia, nessuno che pensa alla Costa d'Avorio, con un presidente sconfitto alla urne che non se ne va e sta masscrando i sostenitori del vincitore?". La sua domanda è mossa di sincera curiosità, e del resto non è la prima a notare l'assenza di altri massacri contemporanei dalle prime pagine dei giornali troppo impegnati a discutere dei dettagli della missione occidentale in Libia.

Ed in effetti se la risposta alle crisi mondiali dovesse essere sempre quella dei bombardamenti ce ne sarebbe di lavoro per i piloti d'aereo. Fortunatamente non è così, e tuttavia quella domanda spesso va in coppia con una seconda affermazione, ovvero che la diplomazia avrebbe dovuto lavorare per scongiurare la guerra civile in Libia.

E qui va fatta una considerazione: è esattamente la strada tentata in Costa d'Avorio, dove da 4 mesi organizzazioni sovranazionali, potenze regionali e grandi potenze stanno cercando di trovare la strada per uscire dal rebus del paese con due presidenti.   Certo ci sono molti problemi, il primo dei quali la differenza di opinioni fra i vari mediatori, ma è certo che qualche sforzo è stato fatto. E tuttavia questo non è sufficente.

Divergenze di vedute fra i negoziatori? incapacità? carenza od inefficacia negli strumenti di coercizione?
Non ho risposte, o almeno, non credo che ci sia una spiegazione sola. Ma mi pare evidente che questo dimostri come i percorsi negoziali siano assai impervi e non necessariamente in grado di bloccare i massacri.

Ma sopratutto è evidente quanto poco si sappia di quello che avviene fuori dal nostro paese, sopratutto quando avviene in un paese che non è collegato al nostro con un gasodotto.

Ed allora che si fa? Be intanto possiamo provare a sapere di più, e magari scoprire che già la decisione di stare sempre dalla parte di chi chiede più partecipazione alla vita politica, anziché scegliere sulla base della simpatia dei contendenti e dei loro alleati, sia una operazione di per se straordinaria e forse nel lungo periodo disarmante.

  

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